Sindrome Paxillica

Il Paxillus involutus e il Paxillus filamentosus sono le due specie maggiormente responsabili della Sindrome paxillica. Essa non si manifesta come un avvelenamento vero e proprio, ma come una “Sindrome immunitaria” che non colpisce i consumatori dei suddetti funghi indistintamente, ma in modo selettivo. È documentato che non tutte le persone reagiscono allo stesso modo al consumo dei funghi del genere Paxillus, ma è molto probabile che per alcuni individui, particolarmente sensibili, alcune sostanze contenute in questi funghi vengano riconosciute come antigeni e di conseguenza sviluppino degli anticorpi per contrastarle con conseguente stato di shock, un po’ quello che succede in alcune persone quando vengono punte da un’ ape. In alcune persone, infatti, dopo il primo consumo, che generalmente è per tutti innocuo, compare nell’organismo un antigene ancora non ben noto che, come dimostrano analisi di laboratorio, provoca la formazione di anticorpi (IgG). Con il consumo del secondo e degli eventuali successivi pasti ravvicinati, si scatenerà nel corpo una reazione ad opera di immuno-complessi che agiscono sulla parete esterna dei globuli rossi provocandone la rottura con fuoriuscita dell’ emoglobina che, una volta arrivata ai reni, danneggerà la loro capacità filtrante, provocando una insufficienza renale acuta.

PRINCIPALI SPECIE RESPONSABILI: P. involutus P. filamentosus

TEMPO DI LATENZA: dalle 3 alle 9/12 ore dopo il consumo del secondo pasto, raramente dopo il primo pasto.

SINTOMI PRINCIPALI: disturbi gastrointestinali, crisi emolitica, ittero, shock circolatorio, collasso, possibile morte.

ORGANI COLPITI: reni, globuli rossi.

PRINCIPALI TOSSINE RESPONSABILI: non ancora individuate.

DOSE LETALE: 5 Kg. di Amanita muscaria fresca, per un uomo adulto ed in ottime condizioni fisiche. Decisamente meno per donne, bambini e soggetti debilitati.

PERCENTUALE DI DECESSO: rari i casi di morte se il paziente è trattato in tempo.

COSA FARE: a) se si è consumato un pasto senza conseguenze NON ripeterne altri.
b) non somministrare sostanze eccitanti come caffè o alcolici.
c) Provocare il vomito ed IMMEDIATA OSPEDALIZZAZIONE dove verrà applicata una specifica terapia.

NOTE: Al momento nel Paxillus involutus è stato isolato un composto naturale detto involutina, un DIFENILCICLOPENTENONE di tossicità ancora ignota che è il responsabile, per ossidazione, del colore scuro che assume il fungo se danneggiato. Nel passato fu vittima di questa Sindrome anche il grande micologo tedesco J. Schaffer (1882-1944) che aveva consumato, in modo copioso, il Paxillus involutus durante il periodo bellico, ritenendolo commestibile.