La sindrome panterinica conosciuta anche con il nome di “anticolinergica” o “neurotossica” è causata, in modo rilevante, anche da Amanita muscaria, il cui nome tuttavia ci indurrebbe ad associarla, in modo ingannevole, alla sindrome muscarinica. Il nome di Amanita muscaria è dovuto invece al fatto che in questo fungo, per la prima volta, venne isolata la muscarina da Eugster e Wasser nel 1954. La muscarina non è però causa della sindrome panterinica essendo presente in Amanita muscaria solamente nella irrilevante concentrazione dello 0,0003%
PRINCIPALI SPECIE RESPONSABILI: in Europa sono accertate Amanita pantherina, Amanita muscaria e loro varietà, sospetta Amanita gemmata.
TEMPO DI LATENZA: dalle 12 ore ai 7-10-12 giorni meno frequentemente fino a 20 giorni.
SINTOMI PRINCIPALI: dai 20-30 minuti alle 4 ore dopo il pasto compaiono, non sempre e solo nelle forme lievi, disturbi gastrointestinali seguiti da stato confusionale, euforia, allucinazioni, stati di collera, sudorazione, tachicardia, vertigini soprattutto nei bambini, si entra poi nella fase finale in uno stato di torpore e sonno profondo.
ORGANI COLPITI: sistema nervoso centrale.
PRINCIPALI TOSSINE RESPONSABILI: sono state identificate in derivati isossazolici come l’acido ibotenico ed un suo metabolita il muscimolo che si forma per decarbossilazione (perdita di anidride carbonica). Le tossine, resistenti alla cottura ma idrosolubili, sono presenti in tutto il carpoforo, anche se in quantità diverse. Si riscontrano maggiori concentrazioni infatti nella cuticola e nello strato sottocuticolare del cappello, si riduce però di poco l’effetto tossico asportando la cuticola del carpoforo come è in uso fare presso alcune comunità.
DOSE LETALE: 5 Kg. di Amanita muscaria fresca, per un uomo adulto ed in ottime condizioni fisiche. Decisamente meno per donne, bambini e soggetti debilitati.
PERCENTUALE DI DECESSO: molto raramente si sono riscontrati casi di decesso e riconducibili principalmente ad ingestione di Amanita pantherina. È stata segnalata la morte di un bambino di 5 anni in Germania nel 1975.
COSA FARE: immediata ospedalizzazione dove verranno somministrati dei sedativi tradizionali e purganti salini. E’ da evitare la somministrazioni di benzodiazepine e atropina per il loro possibile incremento dei sintomi dell’ intossicazione. Nella maggior parte dei casi il tutto si risolve in 24 ore senza conseguenze tenendo il paziente in luogo buio e tranquillo.
NOTE: è interessante conoscere che dell’Amanita muscaria, per i suoi effetti allucinogeni e forse anche per il suo aspetto appariscente, si sono raccolte documentazioni sul suo consumo fin dall’antichità. Veniva impiegata in occasione di riti propiziatori, per scopi mistico-religiosi o per calarsi in uno stato di ebbrezza. Si hanno testimonianze del suo consumo in reperti archeologici di varie parti del mondo: in Scandinavia sin dall’età del bronzo (Kaplan, 1975), nella Francia meridionale, e nelle civiltà precolombiane del Messico e del Guatemala (Lowy,1974), in India come bevanda dell’ immortalità (Wasson, 1967). In alcune regioni della Siberia il consumo di Amanita muscaria è risalente addirittura al neolitico e si è protratto fino al secolo scorso. In alcune sue comunità veniva, non di rado, sfruttato il fatto che il muscimolo viene espulso con l’urina conservando le sue caratteristiche, di allucinogeno e soporifero, vigeva così l’usanza di bere l’urina onde cogliere fino in fondo i suoi effetti.