Sindrome Orellanica

La sindrome orellanica è, fra le sindromi a lunga latenza, la più pericolosa e subdola per il meccanismo tossicologico che la caratterizza. Il principio attivo tossico rimane in circolo, nel corpo umano, in modo silente, per parecchi giorni prima di manifestarsi e quando ciò avviene è generalmente troppo tardi. I funghi che la generano, per tale motivo, sono stati ritenuti commestibili fino ai primi anni 50 del secolo scorso e lo testimonia il fatto che KONRAD & MAUBLANC davano come commestibile il Cortinarius orellanus nella Encyclopedie mycologique (Parigi, 1948). Fu Grzymala nel 1957 che pose fine a questo funesto equivoco riferendo di un'intossicazione collettiva avvenuta in Polonia nel 1952 con 102 intossicati e ben 11 decessi. Lo stesso Grzymala in seguito, e precisamente nel 1962, isolò un composto chimico che riteneva responsabile degli avvelenamenti e lo chiamò orellanina. Ma furono Antkowiak & Gassner (1975-1979) che diedero una struttura chimica certa a tale principio tossico. Antkowiak & Gassner approfondirono poi ulteriormente i loro studi e dimostarono che I' orellanina si trasforma in un altro composto non tossico l'orellina: a) per decomposizione fotochimica dopo trattamento con luce ultravioletta, b) per effetto del calore però, purtroppo per noi, a temperature altissime: a 150° molto lentamente e a 270° abbastanza velocemente. Altro fattore interessante è la reattività dell'orellanina con ioni alluminio che porta, anche in questo caso, alla formazione di un composto che rende la stessa innocua. Questo fatto potrebbe essere ulteriormente studiato per ottenere in seguito dei farmaci da somministrare a pazienti che abbiano mangiato fughi contenenti orellanina.

PRINCIPALI SPECIE RESPONSABILI: Cortinarius orellanus (Fr.) Fr., Cortinarius orellanoides Rob. Henry

TEMPO DI LATENZA: dalle 12 ore ai 7-10-12 giorni meno frequentemente fino a 20 giorni.

SINTOMI PRINCIPALI: a) prima fase, dalle 7/12 ore ai 2-3 giorni, complicazioni gastrointestinali (in alcuni casi non presenti, altre volte sottovalutate perché molto deboli) con nausea, vomito, dolori addominali, anoressia,
b) seconda fase dai 4-5 giorni in poi, complicazioni genilourinarie (si presentano dopo una fase silente di qualche giorno) con dolori lombari, cefalea, tremori, dolori muscolari, anuria, I.R.A.(insufficienza renale acuta), I.R.C.( insufficienza renale cronica), coma uremico.

ORGANI COLPITI: reni in modo irreversibile.

PRINCIPALI TOSSINE RESPONSABILI: orellanine.

DOSE LETALE: 40- 50 grammi di fungo fresco per una persona sana adulta.

PERCENTUALE DI DECESSO: il decesso, una volta, era nella maggioranza dei casi il tragico epilogo di questa sindrome. Oggi fortunatamente, con l'emodialisi ed il trapianto del rene, la % dei decessi si è praticamente quasi azzerata.

DECORSO: oggi la mortalità è rara, ma se insorge la I.R.C. (insufficienza renale cronica) il paziente deve ricorrere all’ emodialisi a vita o al trapianto del rene. Il trapianto eseguito dopo 6 mesi dall' ingestione del fungo tossico non comporta, ad oggi, maggiori rischi di un normale trapianto.

COSA FARE: ai primi sintomi, anche sospetti, immediata ospedalizzazione.

NOTE: L’orellanina da recenti studi si è dimostrato essere una sostanza molto più pericolosa di quanto ipotizzato fino a qualche anno fa. Essa infatti risulta essere tossica non solo per I' uomo e per i mammiferi, ma anche per un invertebrato terricolo, per alcuni batteri, lieviti e si è scoperto che inibisce la fotosintesi in alcune piante ed in alcune alghe verdi.